Dragon Trainer – Recensione

Dal 13 giugno al cinema

Dragon Trainer - Recensione

Stavolta è andata bene: Dean Deblois riprende le redini della regia dopo la trilogia originale e regala al suo pubblico un prodotto ancora più convincente.

Dragon Trainer – La nostra recensione

Dragon Trainer è un franchise di Dreamworks Animation ispirato ai romanzi per ragazzi di How to train your Dragon scritti da Cressida Cowell, disponibili anche in Italia grazie a Rizzoli. Il primo uscì nel 2010, diretto da Dean Deblois e Chris Sanders, reduci dal grande successo di Lilo & Stitch. Il Destino (o il Capitalismo, il Marketing, o boh) vuole che i due film siano tornati al cinema quest’anno a pochi mesi di distanza con le loro versioni live action.

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DeBlois, in totale accordo con Universal, ha ripreso in mano Dragon Trainer: si attesta che la trilogia animata – che vede sempre DeBlois alla regia – abbia incassato globalmente oltre 1,6 miliardi di dollari. Chris Sanders, per dovere di cronaca, è reduca dal grande successo di un altro film d’animazione notevole: Il Robot Selvaggio, che vi invitiamo a recuperare nel caso non l’aveste ancora visto.
I reduci della trilogia sono oltre a DeBlois, sono John Powell alle musiche e Gerard Butler, che presta oltre la voce il suo corpo al personaggio di Stoick, sovrano del villaggio vichingo di Berk.

In questo Dragon Trainer del 2025, restano forti temi come la ricerca dell’identità, l’accettazione delle diversità, l’amicizia e la fiducia come strumenti utili contro il pregiudizio e la guerra.

La trama è fedele al film del 2010: Hiccup, figlio di Stoick, si impegna per diventare ciò che non è: un cacciatore di draghi. In lui, però, c’è la convinzione che i draghi siano degli alleati, spaventati dall’atteggiamento umano. L’incontro con un drago da lui soprannominato sdentato sembra dargli ragione. Hiccup è ben lontano dallo stereotipo del guerriero vichingo e capisce che la sua idea di pace tra uomini e draghi può essere presa sul serio. Astrid, la giovane guerriera più promettente del villaggio, sospetta qualcosa.

In questo Dragon Trainer del 2025, restano forti temi come la ricerca dell’identità, l’accettazione delle diversità, l’amicizia e la fiducia come strumenti utili contro il pregiudizio e la guerra. A questi si aggiunge il tema della difficile comunicabilità tra un padre e un figlio adolescente: il conflitto generazionale ha un’ottima resa grazie alla bravura nel cast. Si segnalano in particolare le  performance di Mason Thames (The Black Phone) che interpreta Hiccup e Nico Parker (Dumbo, The Last of Us) come Astrid. Oltre a Butler, ritroviamo un volto “amico” come Nick Frost (Hot Fuzz) nei panni di Skaracchio.

Da un punto di vista visivo ed estetico, colpisce l’ottimo lavoro del direttore della fotografia Bill Pope (Trilogia di Matrix, Spiderman 2, Alita), consigliato a DeBlois da Roger Deakins, il Visual Consultant dei film d’animazione di Dragon Trainer. Il lavoro di Deakins aveva l’obiettivo di introdurre un’estetica più realistica, curando illuminazione, inquadrature e la resa dei voli, con l’obiettivo di dare una sensazione “da live-action”. Ora Pope lo ha reso realtà. Colpiscono anche gli effetti speciali: Framestore (Harry Potter, Gravity, Avatar) ha gestito tutti gli aspetti relativi ai draghi, suddividendo il lavoro tra i suoi studi di Londra, Melbourne, Montréal e Mumbai. Vedremo al lavoro la factory nei prossimi lungometraggi dedicati ai Fantastici Quattro e Superman.

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Informazioni su Samuele "SamWolf" Zaboi 6837 Articoli

Videogiocatore da sempre, amante di boardgame, fumetti, cinema e Serie TV. Affascinato da ciò che è insolito e inusuale. Vita da nerd.
"Everybody lies. No exceptions."
Fondatore e ideatore di NerdGames.it
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