
Il franchise più cult di Disney arriva al terzo capitolo. L’estetica vince sul contenuto: può bastare? Tron: Ares è questo: Jared Leto come protagonista, effetti speciali incredibili, colonna sonora dei Nine Inch Nails spaziale, perfettamente amalgamata con il film che è necessario vedere in sala per gustarne l’estetica. Stop, fine, sipario.

Tron: Ares – La nostra recensione
Purtroppo (o per fortuna?) non c’è molto altro da dire. In un film incentrato sul potere dell’intelligenza artificiale e il confine sempre più labile tra virtuale e reale, la sensazione al termine della visione sembra che l’algoritmo stia sempre prendendo più il sopravvento nel Cinema; alcune produzioni sembrano assemblaggi di ciò che è virale, pronti per essere gustati e, rimanendo nella metafora, subito digeriti e dimenticati.
La sensazione è di far parte di un videogame, una sessione da meno di due ore in cui staccare (troppo) la testa per immergersi nel Grid.
Non c’è alcuna polemica, forse una spruzzata di boomerismo, ma ciò che mi è rimasto del film di Joachim Ronning (Maleficent, Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar) è una sensazione piacevole, ma fugace. Ciò che ha reso l’esperienza più potente è l’ottimo lavoro degli infallibili Trent Reznor e Atticus Ross (vi sfido: trovatemi una colonna sonora non all’altezza del magico duo), autori della colonna sonora.
Per l’occasione, la soundtrack esce sotto il nome dei Nine Inch Nails, lo storico gruppo di Reznor che dagli anni ‘90 ha sempre prodotto album di spessore visionari e anticipatori. Le sonorità industrial, alternative, elettroniche tipiche del gruppo si sposano perfettamente con l’estetica e l’ambientazione cyberpunk di Tron. Sostituire i Daft Punk, autori della colonna sonora del precedente Tron: Legacy era un’impresa per pochi, ma l’obiettivo è stato raggiunto. I Nine Inch Nails hanno rilasciato un album che si regge da solo, oltre ad amalgamarsi benissimo conle varie sequenze di Tron: Ares. Dunque, amanti della Musica, per voi c’è un’ottima notizia, grazie al film di Ronning.
Ma siamo qui per parlare del film. La sceneggiatura è di Jesse Wigutow, che recentemente ha lavorato per Disney su alcuni episodi di DareDevil: Rinascita. Il film, integra al suo interno elementi narrativi ispirati a Matrix, BladeRunner e la science-fiction più classica. L’intelligenza artificiale esce dal Grid (la rete) per incontrare gli umani.
La storia si concentra su Ares (Leto), un programma di nuova generazione, altamente sofisticato. Viene inviato sulla Terra per una missione molto pericolosa che ha l’obiettivo di “cambiare il mondo” e segna il primo, vero contatto tra l’umanità e un’entità di intelligenza artificiale pienamente realizzata e autonoma. Ares è stato creato dalla Dillinger System, azienda rivale della Encom, per trovare Permanence, il software che permetterà ad Ares di diventare indistruttibile: al momento la sua “vita” fuori dal Grid non supera i 29 minuti.
Permanence è nelle mani della Encom, storica azienda già protagonista nei primi due capitoli, che ne vede nella propria creazione un simbolo di innovazione e non di profitto. Ares, nonostante sia programmato per recuperare Permanence, scopre le emozioni e le contraddizioni dell’umanità e mette in discussione la missione affidatagli da Dillinger. Ares coglie l’unicità dell’esistenza terrena, unica e non riprogrammabile. Nulla di nuovo, insomma. I personaggi non sono particolarmente approfonditi e la trama è ricca di deja vu.
Chiudiamo però con la nota positiva degli effetti speciali. Riescono a fondere l’iconica estetica digitale con un maggiore radicamento nel mondo reale. Il film, supervisionato da David Seager (HOD Visual Effects Supervisor), vanta oltre 2.000 inquadrature VFX (inquadrature o sequenze video di un film che sono state create o modificate digitalmente attraverso l’uso di software di effetti visivi) guidando una squadra di alto livello.
Un punto di forza è l’approccio ibrido: pur affidandosi massicciamente alla CGI, la produzione ha utilizzato elementi pratici, come le Light Cycles costruite con strisce LED reali. Questo ha permesso di catturare riflessi e rifrazioni autentiche nelle scene ambientate nel mondo esterno, rendendo più credibile l’interazione tra i programmi digitali e la realtà.
Visivamente, si distingue l’uso del rosso acceso rispetto al blu precedente, creando un’atmosfera più tesa e “diabolica” che accompagna l’estetica dei super soldati e dei veicoli digitali.
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P.S. Messaggio ai naviganti: i più attenti avranno notato che le recensioni di Una Battaglia dopo l’altra e Him non ci sono sul sito. Avete ragione! Le trovate infatti nel nuovo podcast di NerdGames, Modalità Aereo, disponibile anche su Spotify. (https://open.spotify.com/show/3VT82SlHrqj7gz89rIlnwe?si=6dcb54dc224e479f)
Il nostro obiettivo è di continuare ad offrirvi il nostro punto di vista sulle uscite più interessanti, ogni tanto cambieremo la forma, sperando che il contenuto sia sempre di vostro gradimento. A presto e passate parola!
Summary
Tron: Ares vince per la forma ma non per il contenuto. La sensazione è di far parte di un videogame, una sessione da meno di due ore in cui staccare (troppo) la testa per immergersi nel Grid. Come i precedenti episodi del franchise, è probabile che il box office difficilmente premierà il film; vedremo se invece riuscirà a conquistare gli appassionati. Ci sentiamo invece di scommettere sui riconoscimenti per il lavoro dei Nine Inch Nails alla colonna sonora. Fateci sapere cosa ne pensate e gustatevi il film al cinema!
- Trama6/106/10
- Regia7/107/10
- Personaggi5.5/105.5/10
- Colonna sonora9/109/10

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