L’Angolo del Lettore – L’onesta bugiarda

di Tove Jansson

L'angolo del lettore - Come uccidono gli eredi

Oggi vi parlo de L’onesta bugiarda di Tove Jansson, per la cui copia ringrazio Iperborea. Il romanzo è la storia di due donne che, sebbene sembrino poli opposti, si trovano a convivere e confrontarsi.

L’Angolo del Lettore – L’onesta bugiarda

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Anna è un’illustratrice per bambini. Vive in un mondo ideale, fatto di spensieratezza, che la separa dalla realtà ed in cui la sua figura ricalca i conigli dei suoi racconti, carini e innocenti.
All’opposto, Katri viene identificata da tutti come un lupo ed una strega. È una donna operosa, onesta e distaccata, che vede nei rapporti umani dei contratti da rispettare.

Le due donne, però, sono anche metafora di due modi di vivere e relazionarsi. Una rappresenta la volontà di essere parte del gruppo sociale e ne rispetta, infatti, le regole. L’altra, le rifugge e non teme l’alienazione.
Tuttavia, le protagoniste possono essere viste anche come due facce della stessa medaglia, in cui il lettore può riconoscersi. Il loro legame, infatti, ci racconta delle difficoltà di stare al mondo e di rapportarsi con gli altri.

Se la prima parte della storia è più rilassata, all’aumentare della vicinanza tra le due, la narrazione stessa diventa più tagliente e tesa. 

Quanto dobbiamo essere onesti per poter vivere? Esistono delle menzogne e degli inganni buoni, o per lo meno necessari?

In particolare, la tensione emerge dai dialoghi, che si fanno più serrati e sferzanti. Tove, infatti, gioca con i malintesi, i sottintesi e l’ironia aspra per nascondere tra le parole molto più di quanto apparentemente detto. Si potrebbe dire che, all’evolversi del rapporto e dei dialoghi, compaia quasi una sfumatura amorosa. Se da una parte, le due donne approfittano della vicinanza per sferzare colpi bassi e colpire là dove le ferite sono più dolorose, dall’altra cercano di proteggersi a vicenda. 

Il rapporto che ne emerge è dunque un rapporto torbido, conflittuale ed estremamente reale. La storia ci mostra due persone vere, senza volerle dipingere migliori di quanto siano.

In questo relazionarsi un po’ ambiguo, c’è però un elemento salvifico. Anna è infatti preda della sua spensieratezza e non riesce più ad avere un contatto con la realtà. Cosa che otterrà grazie a Katri. E sebbene questo porti poi ad una forte crisi, anche artistica, si rivelerà l’elmento di svolta per ritrovare la propria voce e liberare tanto sé quanto la sua arte.

Da un punto di vista stilistico, è molto interessante l’uso dell’allegoria, che accompagna il lettore lungo tutta la storia. Altro elemento di nota è poi il fatto che la voce narrante sembri seguire lo stile delle donne quando ne parla. Quando parla di Anna, per esempio, ha un tono più morbido e spesso i periodi rimangono sospesi. Laddove parla di Katri, invece, lo fa con uno stile più asciutto e tagliente. Capita poi a momenti che il narratore si metta da parte per farci assumere la prospettiva di Katri e la sua voce, facendoci domandare se questa non sia un po’ un alter-ego di Tove stessa.

A questo punto sorge una domanda, chi è l’onesta bugiarda del titolo? A mio parere, lo sono entrambe. Ed è su questo che il libro ci porta a riflettere: ognuno contiene una Katri ed un’Anna, ovvero un elemento di ipocrisia.

Quanto dobbiamo essere onesti per poter vivere? Esistono delle menzogne e degli inganni buoni, o per lo meno necessari? E si può davvero vivere spogliandosi da ogni ipocrisia ed affidandosi solo al calcolo? L’evoluzione delle due donne ci fa riflettere su quanto sia difficile trovare un punto di equilibrio. 

Anna sembra non dare valore ai soldi, elemento concreto e ossessivo per Katri. Ma la stessa Anna non riesce a badare a sé e non sa il perché di molte sue scelte.
Katri d’altra parte si nasconde dietro la facciata del calcolo e piega il concetto di correttezza ed onestà per ottenere ciò che vuole. 

Nella convivenza le due si scontrano, si feriscono e si distruggono. Ed è in questo processo che emerge la loro vera natura, quella di “onesta bugiarda”. Entrambe mentono a sé stesse, entrambe sono costruite, si nascondono dietro una facciata. E sarà solo accettando questa verità che potranno ritrovarsi e ri-comporsi.

L’onesta bugiarda è quindi un testo molto interessante, che si può e si deve leggere su più livelli. I dialoghi, gli oggetti (i conigli, il cane, le barche), i personaggi, le azioni: sono tutti elementi allegorici per riflettere sulla vita e su come ci poniamo nella società. Un testo che trascina con un linguaggio apparentemente semplice e porta a riflettere su questioni importanti e che mi sento, dunque, di consigliare vivamente.

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