
Grazie ad Iperborea ho avuto il piacere di leggere Una notte a Nuuk, romanzo d’esordio di Niviaq Korneliussen, già edita (sempre Iperborea, 2023) con La valle dei fiori. Che dire? La voce di Korneliussen è stata definita dal New Yorker una “inaspettata stella della letteratura groenlandese” e, non a caso, l’autrice ha vinto importanti premi per la letteratura nordica. Ha una voce forte, a volte grezza, diretta e d’impatto.

L’angolo del Lettore – Una notte a Nuuk
Una notte a Nuuk è una fotografia della comunità Queer di Nuuk, ma è anche uno schiaffo in faccia, che mostra i problemi della società Groenlandese senza mezzi termini. I grandi demoni dell’alcolismo, della depressione e del turbolento rapporto con la Danimarca, rappresentante il passato coloniale, emergono non filtrati, in tutta la loro durezza. L’autrice non ha paura a mostrare e indagare il lato più torbido delle persone.
I suoi personaggi, infatti, non sono perfetti, sempre buoni o altruisti. Anzi. Sono complessi, profondi, veri. Sono spezzati, divorati dal dubbio, dall’insicurezza, dal dolore. Ed è proprio per questo che colpiscono così a fondo- perchè sono tremendamente reali. Ed è per questo che fanno vibrare le corde emotive del lettore e gli si imprimono sotto la pelle.
Una storia che ci fa conoscere la Groenlandia contemporanea e ci fa riflettere su noi stessi
Alcuni dettagli stilistici suonano forse un po’ datati, come l’uso dei tag. Però l’alternanza di punti di vista e di strumenti stilistici crea un ritmo veloce e intrigante. Ecco quindi che l’introduzione dei messaggi o dei foglietti tra i personaggi, il riferimento alle canzoni, l’alternanza di voci e punti di vista, concorrono tutti a creare uno stile nuovo e fresco. Colpisce molto anche l’uso delle frasi in inglese, che fa riflettere sul tema dell’identità e del trauma coloniale. Risuona una domanda: cosa vuol dire essere groenlandesi? Qual è la cultura groenlandese e qual è il suo rapporto con la Danimarca? Questa complessità è dunque restituita non solo nelle tematiche, ma anche nel linguaggio.
L’espressione corale contribuisce a restituire un’immagine poliedrica e non piatta dei personaggi e della comunità queer, attraverso cui Korneliussen affronta temi universali, capaci di risuonare al di là del tempo e dello spazio.
SE TI PIACE QUESTO CONTENUTO SOSTIENICI SU PATREON!
Così compaiono l’omofobia, anche interiorizzata, la crisi personale e la ricerca dell’identità, l’idea di non valere abbastanza e non meritare l’amore, la necessità di trovarsi e di scoprirsi. Ma anche il dolore del passato, in un parallelo tra trauma storico e personale, che mostra quanto profonde possano esserne le cicatrici. Che lo si voglia o meno, il passato porta un peso che non possiamo ignorare e con cui dobbiamo fare i conti, perché fuggire non è facile come potrebbe sembrare. Le tinte non sono tuttavia solo cupe; nonostante il dolore e le avversità, i personaggi si ritrovano. Un bacio, una nascita, una speranza. Oppure un’identità in cui finalmente rispecchiarsi. O, semplicemente, la forza di calare i veli dell’ipocrisia e della menzogna, per fare i conti con la realtà, per quanto dura sia da accettare.
Leggendo Una notte a Nuuk si riscontrano quindi molti dei temi che l’autrice sviluppa in La valle dei fiori.
È un romanzo coinvolgente, profondo e toccante. Trascina nella spirale psicologica dei suoi personaggi e parla al lettore al di là delle barriere. Una storia che ci fa conoscere la Groenlandia contemporanea e ci fa riflettere su noi stessi. Una lettura necessaria per chi ama la letteratura groenlandese e per chi ama – o vuole scoprire, la letteratura nordica in generale.
SEGUICI SUL NOSTRO CANALE TELEGRAM, RESTA AGGIORNATO SUI NOSTRI CONTENUTI E COMMENTA CON NOI!

Commenta per primo