
La casa editrice Baldini + Castoldi ha svelato i nuovi libri per questa estate, in arrivo durante i mesi di luglio e agosto. Curiosi di conoscere le nuove letture e i nuovi romanzi? Diamo uno sguardo insieme alle novità che ci aspettano in libreria e online.
Baldini + Castoldi – I libri dell’estate
4 LUGLIO
Nicolas Feuz
Le escluse
Baldini+Castoldi, collana i Lupi, pp. 384, 20 euro.
Svizzera, cantone di Neuchâtel. Una dodicenne vittima di bullismo si suicida. Lo stesso giorno Justine, la sua unica amica, scompare. In una prigione del Vaud, sei detenute subiscono le spietate regole di un’agente di custodia. Sono delle escluse, anime dimenticate alle porte dell’inferno, donne bandite dalla società, dai destini spezzati. Fra di loro, la madre di Justine, accusata di averla rapita per sottrarla al padre, che si rifiuta di confessare dove l’ha nascosta mettendo così in pericolo la sua vita. Ma perché queste donne sono le uniche detenute dell’unità 3? E qual è il misterioso legame che le unisce?
Nicolas Feuz ci immerge in un page-turner adrenalinico, lasciandoci avvinghiati a un’indagine dal ritmo serrato e a un racconto della vita in carcere vivido, duro, profondamente umano. Un thriller avvincente, dal finale imprevedibile.
Costanza DiQuattro
La mia casa di Montalbano
La storia da romanzo della Villa di Puntasecca, da Bufalino a Camilleri
Prefazione di Gaetano Savatteri
Baldini+Castoldi, collana le Formiche, pp. 144, 17 euro.
Sicilia, primi anni Novanta, una casa sul mare. La terrazza brulica di avventori accaldati, brocche di caffè freddo e aranciata presidiano la tavola, e i bambini seminano la sabbia sul pavimento. Tra loro anche l’autrice, Costanza, che a tinte lievi e imbevute d’infanzia ripercorre la vita dentro e fuori le stanze della casa di villeggiatura di famiglia, prima che quelle facessero spazio al set televisivo ispirato ai più amati romanzi di Andrea Camilleri. In un valzer di ricordi, tra ospiti illustri, corse ai ricci di mare e il confine impaziente tra l’inverno e l’estate, La mia casa di Montalbano regala personaggi insieme unici e veri: a cominciare dal nonno, chino sul pianoforte o in un baciamano, e dalla nonna, con la sua grazia decisa e i prendisole fiorati. Eppure, tutto non può che cambiare quando Puntasecca rinasce nella fittizia Vigata, il vecchio soggiorno in una camera da letto, e l’uomo di casa in un commissario di polizia: Salvo Montalbano.
Una biografia corale e agrodolce che restituisce rughe, vita e passato auna casa che «prima era mia e poi di tutti» e ormai entrata, per rimanervi, nell’immaginario collettivo nazionale. Perché ci voleva Camilleri a rendere immortale Montalbano, e Montalbano a rendere immortale questa casa. Ci voleva un cantore siciliano che in questo anno 2025 avrebbe soffiato 100 candeline di necessaria esistenza.
11 LUGLIO
Michele Mozzati
Acqua fuoco trottola
Baldini+Castoldi, collana i Lemuri, pp. 224, 19 euro.
Stromboli è un’isola nera dentro a un mare blu.
È un vulcano, perennemente attivo, immerso in un Mediterraneo che pare oceano.
Sem, Raf, Dan, Giò, nel cuore degli anni Ottanta sono stati dei bravi attori. Forse hanno solo tentato di esserlo. Ora fanno altro e si sono persi. Abele scriveva testi per loro: è lui che racconta questa storia. Manùe ora vive negli States, faceva il regista, forse lo fa ancora, e con successo, ma nessuno lo sa.
I sei tornano dopo più di trent’anni sull’isola delle loro utopie e delle loro incapacità di viverle o anche solo di raccontarle. Ma forse non è proprio del tutto così. Manùe li ha voluti lì per un riscatto.
E per ritrovarsi.
Il luogo – loro che ci sono stati lo sanno bene – è magico, trasmette energie. Così ognuno ha una storia fantastica da raccontare. Vera?
Solo credibile?
L’isola sa ingigantire e custodire i segreti.
18 LUGLIO
Piero Colaprico
Trilogia della città di M.
Baldini+Castoldi, collana i Lupi, pp. 563, 22 euro.
Una giovane donna giace nel sangue, il corpo pudicamente coperto e il cranio sfondato da un’arma che porta un messaggio. Un ex malavitoso ritorna in città dal passato, spinto da ricordi e dolore, ma, più ancora, da vecchi regolamenti di conti. Uno studente perbene viene ucciso e bruciato, prologo di una vicenda sudicia e guasta che si dipana dal parlamento alla questura.
Una trilogia di indagini tormentate e impervie, con l’ispettore Francesco Bagni ad affondarci le mani: lui che è l’agente più ruvido e scaltro della sezione Omicidi; lui che pure si trascina appresso il peso delle sue cialtronate; lui che ha un cuore scapestrato, ma ancora capace di battere. Tra prostitute fiere e questori «eretici e scassaminchia», vendette materne e amori lenti ma grandi, «morti ammazzati male» ed estati infinite, qui si intona un’ode – disillusa e nostalgica, comunque innamoratissima – alla Milano di ieri e di oggi. La città cupa e nervosa del fascismo e dell’antifascismo, ma anche quella caotica di Mani pulite e della prima rete privata. La città del Bar Basso e del Tebano, il boss un tempo seduto ai suoi tavoli, come pure dei cantieri che s’arrampicano al cielo e della bomba di piazza Fontana.
Gianluca Spadola
Tempi supplementari
Baldini+Castoldi, collana i Lemuri, pp. 256, 19 euro.
Edoardo e Giulia si amano da anni. Lui, professionista di successo con una storia familiare spezzata da una tragedia, lei, spirito libero che cela un passato tormentato. Insieme sembrano invincibili, ma una promessa non mantenuta riecheggia nel loro presente.
In una vacanza a Zante, tra mare turchese e paesaggi che sembrano sussurrare risposte, Edoardo si confronta con le sue paure più profonde: il tempo che fugge, i legami perduti, le parole non dette. Mentre ricordi e riflessioni si intrecciano alla bellezza del presente, una domanda lo tormenta: è possibile trovare il coraggio di vivere davvero, prima che sia troppo tardi?
Un romanzo delicato e potente sulla fragilità umana, sulla forza dei sentimenti e sul valore dei legami autentici. Un viaggio interiore che ci ricorda che, a volte, la vera partita della vita si gioca nei tempi supplementari.
Vittorio Russo
Myriam
Il segreto della madre
Baldini+Castoldi, collana i Lemuri, pp. 256 ca., 20 euro.
Miryam è il racconto svolto in prima persona dalla voce della stessa protagonista, un racconto che scandisce la crescita e maturazione della futura madre di Yeshua, il giovane rivoluzionario che metterà a soqquadro la regione presidiata dai protervi romani, provando a contrastarne l’ingiusto dominio. Ricostruendo la propria infanzia e adolescenza, all’interno dello scabro borgo di Bet Saida, le prime amicizie, soprattutto quella conflittuale con Zahel, che le farà scoprire il sesso, Myriam ci invita a guardare nel suo cuore per scoprirvi gli aneliti e le brame segrete di una giovane donna che nel mondo, al quale va incontro con la spavalda audacia della giovinezza, non vede che un riflesso della sensualità che pervade il suo corpo. Ma la storia di Myriam è soprattutto la storia del segreto che si porta dentro, l’inconfessabile, doloroso, segreto in cui è racchiusa la volenza subita che pone fi ne all’innocenza scaraventandola nell’inferno della vita adulta, e lasciandole in eredità, come ricordo di quella violenza, un figlio: Yeshua.
Il romanzo si offre come una rilettura della storia di Maria e Gesù sulla base della ricca produzione letteraria apocrifa delle origini del cristianesimo e delle narrazioni anticristiane dei primi secoli dopo Cristo. Incentrato soprattutto sulla figura di Maria, rielaborata in chiave sensuale, Myriam ha l’ambizione di aggiungere un tassello nuovo e significativo a quanto già sappiamo, quanto è già stato esplorato, della vita dei personaggi presenti nei testi neotestamentari.
25 LUGLIO
Giacomo Galanti
Gian Paolo Pelizzaro
L’intrigo di via Poma
L’omicidio di Simonetta Cesaroni e il manoscritto perduto
Baldini+Castoldi, collana TempoReale, pp. 208 ca. , 19 euro.
Il 19 dicembre 2024, il caso dell’omicidio di Simonetta Cesaroni, compiuto a Roma il 7 agosto 1990, è tornato al centro delle cronache per la decisione del gip di Roma di proseguire le indagini, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. I punti salienti del delitto che la giudice ha evidenziato nella sua ordinanza erano già stati puntualmente indicati in un libro del giornalista Gian Paolo Pelizzaro – dal titolo «L’intrigo» – pronto per la pubblicazione e acquisito agli atti dal Pm di allora, il 31 ottobre 1996. Ma quell’inchiesta fu improvvisamente archiviata e i documenti al centro del libro di Pelizzaro furono fatti sparire. È stato un altro giornalista, Giacomo Galanti, a ritrovare il dattiloscritto di quel libro, mentre nel 2020 cercava i documenti per il podcast «Le ombre di via Poma» e il documentario «Via Poma, un mistero italiano».
«Via Poma». Due parole. E nella mente di tanti si materializza una foto dagli anni Novanta. C’è una giovane in spiaggia con un costume intero colore bianco. Si chiama Simonetta Cesaroni.
Il 7 agosto 1990 viene uccisa nell’ufficio dove si recava due volte a settimana, di pomeriggio, per registrare al computer la contabilità.
Il suo caso è ancora irrisolto.
Questo non è solo il racconto di uno degli omicidi più famosi della cronaca nera del Dopoguerra, ma di un preciso momento storico che vede il crepuscolo della Prima Repubblica e alcuni dei suoi attori incrociare da vicino questa vicenda. Questa è anche la storia di un incontro tra due giornalisti, età e origini diverse, che in un certo momento della loro vita professionale si sono trovati a lavorare sul caso di Simonetta Cesaroni.
È la storia di un retroscena mai raccontato prima, di documenti inediti e di un libro perduto. Una storia tornata improvvisamente attuale.
Michele Fioroni
L’analista
Baldini+Castoldi, collana i Lemuri, pp. 320 ca., 20 euro.
Nonostante Richard Parnasi abbia superato i cinquant’anni, non riesce ad abbandonare del tutto il mondo della politica e questa volta il Ministero degli Affari Esteri lo invita a partecipare a una delegazione diplomatica negli Stati Uniti. Qui l’uomo incontra Farah Cooper, esperta di Data Analytics, cresciuta in America ma di origini saudite. Tra i due scatta immediatamente un’intensa attrazione, particolarmente inusuale per la donna che ha da sempre dedicato tutta la vita ad algoritmi e numeri, sentendo molto lontana la dimensione affettiva. Ma ciò che Richard non sa è che nell’animo dell’affascinante analista sta per germogliare il seme del terrorismo estremista: lo sceicco Al Rashad vuole sfruttare quest’occasione per uccidere il presidente degli Stati Uniti e il principe ereditario dell’Arabia Saudita, e creare così una frattura insanabile tra Occidente e Medio Oriente. Per realizzare l’attentato, lo sceicco ha bisogno di un martire assolutamente devoto alla causa e al contempo insospettabile, individuando proprio in Farah la figura perfetta. Ignaro del tragico segreto della donna, l’avvicinamento sentimentale tra i due rende Richard un elemento molto pericoloso per la riuscita del piano, e quindi va eliminato il prima possibile. L’uomo si ritrova così, suo malgrado, invischiato in questo intrigo internazionale. Cercherà di salvare la vita del Presidente e del Principe, ma cosa ne sarà di Farah e del suo amore per lei?
Un thriller dal sapore internazionale e cinematografico.
Michele Brambilla
Non è successo niente di grave
Baldini+Castoldi, collana i Lupi, pp. 320 ca., 20 euro.
Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera del 1980, al tempo in cui muovevo i primi passi nel mestiere di cronista, quello che mi avrebbe garantito il pane per il resto dell’esistenza, un oscuro, orribile delitto sconvolse la serena, placida, ricca o almeno benestante Brianza milanese. Fu uno di quei delitti che oggi vengono chiamati femminicidi: ma allora semplicemente omicidi, visto che era, quello, un mondo che ancora si pensava quasi esclusivamente al maschile.
Per mesi, per via di quel delitto, si sentirono a rischio famiglie e istituzioni di un certo tipo di società di cui oggi resta appena il ricordo. Molti mariti infedeli furono a lungo inquieti, i sospetti si moltiplicarono, voci di inconfessabili vite parallele si passarono di paese in paese, di bar in bar, di casa in casa. Lavoravo allora come corrispondente da Monza e Brianza per il Corriere d’Informazione, l’edizione del Corriere della Sera che usciva al pomeriggio in due edizioni: la prima, che si chiamava Ultima, e che era pronta verso mezzogiorno; le seconda, che si chiamava Ultimissima, e che arrivava nelle edicole verso le sedici.
Erano quotidiani certo meno seriosi e anche meno autorevoli di quelli del mattino, ma vivaci, allegri, con quei titoloni spesso sparati in prima pagina per attirare l’attenzione della gente che, uscita dal lavoro, nel viaggio di ritorno verso casa passava davanti alle edicole. Di tutti i titoloni sulla prima pagina pochi riuscivano a catturare i passanti come quelli della cosiddetta cronaca nera; in particolare facevano colpo i titoli che annunciavano un delitto, specie se un delitto ancora aperto: in altre parole, un giallo.
E un giallo, uno di quei destinati a durare mesi e ad appassionare i lettori, fu il delitto che il mio capocronista Mario Palumbo mi annunciò con una telefonata a casa nella tardissima sera del 7 marzo 1980: «Alza le chiappe e vai a Besana Brianza, hanno ucciso una donna.»
5 AGOSTO
Robert Greene
Le 48 leggi del potere
Formato poket
Baldini+Castoldi, collana gli Scarabei, pp. 272., 16 euro.
Le 48 leggi del potere di Robert Greene è presente nelle classifiche dei best-seller da anni. Ora il libro che abbiamo conosciuto e amato si presenta in un’edizione compatta: breve, concisa, divertente.
Chi vuole avere potere non deve dedicare troppo tempo a scrupoli morali. Chi crede che i meccanismi del potere non gli interessino, domani potrebbe diventarne la vittima.
Questo libro è il Principe di Machiavelli del XXI secolo, ma anche un tesoro storico e letterario pieno di sorprese. Da Clausewitz a Mao Tse-tung, da Napoleone a Brecht: qui troverete tutte le storie dei grandi trionfi e delle sconfitte nella lotta per il potere, raccontate magistralmente da Robert Greene e supportate da numerose citazioni originali.
26 AGOSTO
Jacinda Ardern
Un altro genere di potere
Baldini+Castoldi, collana i Fenicotteri, pp. 256 ca., 19 euro.
E se potessimo ridefinire il concetto di leadership? E se la gentilezza venisse prima di tutto?
La Right Honourable Dame Jacinda Ardern è stata eletta 40° primo ministro della Nuova Zelanda all’età di trentasette anni, diventando la più giovane prima ministra del Paese in oltre 150 anni. Ardern definisce un nuovo concetto di leadership, dimostrando che chi viene eletto per rappresentarci, chi ci guida e, più in genere, occupa posizioni di potere può ricoprire il suo incarico con empatia e sensibilità. Dopo essere diventata un’icona mondiale, guidando il suo Paese attraverso sfide senza precedenti – un’eruzione vulcanica, gli attentati alla moschea di Christchurch, l’emergenza climatica, una grave violazione della biosicurezza e una pandemia globale – e nel contempo promuovendo nuove politiche per affrontare il cambiamento climatico, ridurre la povertà infantile e garantire storici accordi commerciali internazionali – Ardern condivide la sua straordinaria storia: un’insicura giovane donna entrata nella storia della politica, capace di cambiare la percezione di come debba essere un leader globale.
29 AGOSTO
Sergio Endrigo
Quanto mi dai se mi sparo
Baldini+Castoldi, collana i Lemuri, pp. 224 ca., 18 euro.
Joe Birillo, all’anagrafe Giovanni Birilleri, è un cantautore cinquantenne la cui carriera è in crisi. Durante la tournée con il chitarrista Salvatore da Trento, fatta di concerti in locali di poco conto e con pochi spettatori, emerge prepotente il suo sentirsi vecchio, superato e inutile, travolto dalla musica commerciale dei giovani.
Durante una pausa in un motel, Joe riflette sul suo fallimento artistico, sulla crisi familiare con la moglie Anna e sul distacco dal figlio Gianni. Neanche la scrittura è in grado di dargli forza: non ha possibilità di reinventarsi e vuole restare fedele al mondo dello spettacolo, anche se lo sta emarginando. Di questa sua crisi parla con i manager e il suo discografico Soffitti. È durante questo dialogo che capisce di non avere più supporto. Come può, però, cambiare la situazione? Ecco che la mente di Joe concepisce un’idea estrema: suicidarsi in diretta dopo un ultimo concerto. La sua morte diventerà un evento mediatico di tale risonanza da assicurare un futuro economico alla famiglia.
Con l’aiuto di un bizzarro avvocato napoletano, parente di Salvatore, Joe organizza tutto, annuncia il suicidio, si ottengono sponsorizzazioni, viene venduto un album. Il concerto finale è un successo: Joe si spara alla tempia sul palco o, almeno, così sembra.
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