
Nel marzo 2024 è uscito per Blackie Edizioni un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1995, ma inedito in Italia fino a quel momento: Io che non ho conosciuto gli uomini di Jacqueline Harpman. Fin dall’uscita il libro ha scatenato un grande passaparola che si è sviluppato – ed è anzi aumentato – anche durante questi primi sei mesi del 2025. Il romanzo ha attirato l’attenzione di libraie e librai, che lo propongono sempre più spesso nei gruppi di lettura in libreria, e quella di lettrici e lettori che ne parlano in toni entusiastici tra loro e sui social.

Io che non ho conosciuto gli uomini
Quello di questo romanzo è un successo internazionale, basti pensare che negli USA il libro è passato dal vendere 2/3 copie l’anno tramite print on demand, a vendere mezzo milione copie negli ultimi due anni.
Anche in Italia il fenomeno globale di questo libro è evidente: le vendite dei primi cinque mesi del 2025 hanno già superato quelle del 2024, vede una crescita costante con il 35% di vendite in più ogni mese rispetto al precedente, arrivando alla terza ristampa nel solo 2025 e alla quinta edizione in poco più di un anno dalla sua pubblicazione.
Durante la Frankfurter Buchmesse di quest’anno, nel mese di ottobre, saranno organizzati degli eventi per celebrare il trentennale dalla pubblicazione del libro, e il suo successo globale.
In superficie, Io che non ho conosciuto gli uomini, racconta di un mondo distopico in cui quaranta donne sono rinchiuse in un bunker e, sorvegliate tutto il tempo da uomini armati, non hanno idea di come, da quanto e perché siano lì. La più giovane di loro dentro al bunker ci è cresciuta, e non ha memoria precedente del mondo. Sarà proprio lei, che non ha mai conosciuto gli uomini, la chiave per la sopravvivenza sua e di tutte le altre donne nel mondo desolato che le aspetta fuori.
Andando più a fondo, si tratta in realtà di un romanzo che indaga la profondità dell’animo umano e si interroga sul senso stesso dell’esistenza e su cosa significhi essere umani e vivere, quando la propria vita sembra non avere un senso o uno scopo.
È un romanzo che parla al nostro presente, scritto trent’anni fa, ma più attuale che mai.
In un momento storico in cui molti giovani hanno la sensazione che il proprio futuro sia un’incognita, in cui i diritti guadagnati in passato sembrano messi in discussione, in cui la preoccupazione per il futuro climatico è quotidiana e l’equilibrio stesso del mondo è sempre più precario, un libro come Io che non ho conosciuto gli uomini diventa qualcosa in cui rispecchiarsi perché, anche se non dà risposte, pone le nostre stesse domande.
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