
Paolo Demontis, al suo esordio, racconta la Sardegna rurale nel romanzo Punta Mala, presentato da Piemme Edizioni. Una voce autentica e di grandissimo ritmo, la desolazione dei campi lontani dal mare e la spietatezza di una legge d’onore che miete vittime ancora oggi. Demontis lo fa inventando la voce di un nuovo protagonista del giallo: il maresciallo Deledda, carabiniere rispettabile, duro e comico al tempo stesso. Un personaggio umano, dolce, a cui è impossibile non voler bene.

Punta Mala
Sardegna, 1959. Villalta è un piccolo villaggio di pastori e mezzadri dove non accade mai niente. Il sole ferisce gli occhi e appesantisce le membra, la polvere e la terra riempiono il naso, i campi sterminati impediscono di pensare al mondo di fuori. Eppure accade, un giorno, che tre colpi di fucile pongano fine alla vita di Bador Reu, l’uomo più ricco e potente del paese, e del povero Vineddu Manai, suo fedele tuttofare. Il primo a raggiungere Punta Mala, la desolata zona del crimine, è il maresciallo Deledda, quarantenne buono di carattere e coraggioso, fumatore smodato alto e grosso quanto una montagna, timido e insicuro con le donne. Da buon sardo, riconosce all’istante la situazione: è appena stata consumata una faida, un freddo regolamento di conti che ha a che fare con l’onore e con il sangue. Per sbrogliare il caso viene chiamato persino un giovane e abile tenente dal “continente” con tanto di rinforzi. Ma il vero nemico, a Villalta, è il silenzio dei paesani. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Ci sono soltanto sole, polvere e campi sterminati, a Villalta. E due cadaveri che non possono parlare. Nient’altro.
PAOLO DEMONTIS
È nato a Cagliari. Dopo aver abbandonato la facoltà di Lettere e Filosofia dell’università comincia a lavorare come tecnico presso i maggiori quotidiani della Sardegna e per una casa editrice italo-araba. Attualmente gestisce uno studio d’arte situato nel centro storico della sua città. Punta Malaè il suo romanzo d’esordio.
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