Ragazze Cattive – Recensione

Opera vincitrice del premio Rivelazioni nel 2017 ad Angouleme

Ragazze Cattive - Recensione

Canicola pubblica per l’Italia un’opera imprescindibile, vincitrice del premio Rivelazioni nel 2017 ad Angouleme. Un ritratto dell’adolescenza nella Corea di inizio secolo, un percorso ancora più complicato per una ragazza.

Ragazze Cattive – La nostra recensione

Più di una volta, è stato per me necessario interrompere la lettura, prendere fiato (e coscienza): per quanto tempo la violenza ha rappresentato  uno strumento educativo, senza  mai esserlo?
Genitori, insegnante e in generale una forte maggioranza di adulti in generale ha visto nell’utilizzo della forza una soluzione, più diretta e facile delle parole per esprimere frustrazione, incomprensione, preoccupazione in maniera tossica  verso i più giovani (ma non per questo incoscienti) della famiglia.

Le ragazze – come in questa storia – cosa potevano leggere in questi gesti? Probabilmente si sentivano sbagliate, o peggio, cattive, giustificando la punizione, come giusta sanzione alla preoccupazione degli adulti. E gli articoli di cronaca ci raccontano quanto è difficile per una vittima riconoscersi tale. 

Ancco – pseudonimo dell’autrice e illustratrice coreana Choi Kyung Jin – nel suo splendido libro illustrato Ragazze Cattive (Canicola) ci parla proprio dell’adolescenza di due amiche, così diverse nell’origine ma così uguali nella ricerca di un significato e di una strada da percorrere che possiamo semplicemente chiamare Vita.

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La storia, ambientata in Corea, è un flashback narrato da una delle due protagoniste, ChinJu che, una volta trentenne, ripensa alla sue (dis)avventure insieme all’amica Jeong Ae. Fughe da casa, ribellione agli adulti, fumo, alcool, tentativi (falliti) di usare il sesso come moneta o mezzo per sentirsi più grandi. Fallimenti, brutti voti, ritorni a casa e a scuola segnati da schiaffi e violenza. 

ChinJu, probabilmente è più vicina allo stereotipo dell’adolescente: ha una famiglia stabile, del ceto medio che la accoglie dopo le sue bravate. A volte, sua madre cerca anche di coprire alcune “follie” della figlia, evitandole le sfuriate – eufemismo – del padre. Jeong Ae, viene da un contesto più povero e turbolento, che non rappresenta una casa dove poter (e voler tornare). 

Il loro incontro, però, è importante per entrambe e lo è soprattutto per noi lettori, totalmente innamorati e pieni di empatia per queste due adolescenti, alle quali vogliamo bene fin dalla prima vignetta.

Qui sta la forza di Ancco, capace di raccontare un mondo decadente, corrotto e sporco che riesce comunque a brillare grazie a quello spiraglio di luce che solo l’adolescenza possiede. In mezzo a una violenza non solo domestica, ma istituzionalizzata, ChinJu e Jeong Ae cercano la loro verità, pur commettendo errori e prendendosi enormi rischi. Parafrasando le parole dell’autrice, non c’è vergogna nelle esperienze vissute dalle due amiche, anzi è meglio parlarne perché anche grazie a queste ora sono delle donne. Se ne parla senza nostalgia, con la giusta distanza.

Sarà leggendo le ultime pagine, al termine del flashback, quando insieme a una ChinJu trentenne incontreremo Jeong Ae, che tutta la luce dell’adolescenza sarà definitivamente prosciugata dalle tenebre dell’età adulta, lasciando un senso di angoscia e frustrazione per come le nostre esistenze siano ricche, ma altrettanto imperfette e fragili.

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Informazioni su Mauro Orsi 167 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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