
Un furto clamoroso. Un ladro italiano si introduce indisturbato nella residenza londinese di Carlo d’Inghilterra e lo deruba. Gioielli e forse lettere personali, nel periodo più turbolento della relazione del futuro re con Lady Diana. Un colpo incredibile. La dimora reale è sguarnita, gli allarmi di sicurezza restano muti, il ladro la fa franca. E mai verrà punito, perché non sarà scoperto e perché, una volta rivelatosi, non potrà più essere più perseguito. Assolto.


Ho rubato al re d’Inghilterra
Sembra un film, ma è una storia vera. Il 24 febbraio 1994 Renato Rinino, ligure di Savona, si arrampica sulle impalcature di St. James’s Palace, forza una finestra, il comò nella camera da letto di Carlo e s’impossessa di un piccolo tesoro. Tre anni dopo si autodenuncia e la notizia fa il giro del mondo. È pronto a restituire il bottino, in cambio del perdono e della possibilità di divulgare la storia che lo ha reso all’altezza del suo personaggio preferito, Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo. Scrive un memoriale, ma non avrà il tempo di raccontarsi, perché sarà ucciso da un vicino di casa, spinto dalla gelosia.
L’hanno raccontata in tanti questa storia, che sembra un film, ma mai il protagonista. Trent’anni dopo, Carlo è diventato re. E la voce di Rinino torna a risuonare, per rivelare la sua verità.
Ho voluto scrivere in un romanzo, Ho rubato al re d’Inghilterra, questa incredibile storia vera. La racconto attraverso documenti d’archivio, materiali d’indagine di Scotland Yard e degli investigatori italiani, cronache giudiziarie, interrogatori e soprattutto il memoriale inedito di Rinino, in cui quest’ultimo svela diversi particolari del furto – che cosa ha visto e cosa ha fatto nell’appartamento reale? Quale è stata l’idea che gli ha consentito di scappare dal Regno Unito con la refurtiva? E poi, dove l’ha custodita? – e fa rivivere le sue azioni, le sue emozioni e il suo braccio di ferro con le autorità per la restituzione del bottino. Con un colpo di scena finale sulle lettere di Carlo.
Questa è la storia dell’incredibile colpo a St. James’s Palace e del suo autore, un personaggio picaresco, sopra le righe e insofferente alle regole, che tra luci e ombre insegue la sua piccola gloria. “Mi vedevo celebrato sui giornali – le sue parole -. Il ladro del secolo! Perchè in fondo avevo sempre pensato di aver diritto a una vita che lasciasse il segno, a qualcosa di grande che avesse fatto parlare di me, a un colpo che avesse stupito il mondo, indipendentemente dai soldi. Che poi, in fondo, a me dei soldi non importava nemmeno così tanto. Non essendo nato ricco, li consideravo solo un mezzo per sopravvivere a una esistenza nata e continuata sghemba”.
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