Tzunami presenta La strada per Be’er Sheva

In libreria dal 23 maggio

La strada per Be’er Sheva

Tzunami ha annunciato il romanzo La strada per Be’er Sheva, un’opera attualissima che tratta della diaspora palestinese. Il libro fa parte di ETHELIANA, la nuova collana dedicata alle opere di Ethel Mannin, autrice britannica tra le più ingiustamente dimenticate del Novecento. Grazie a oltre cento libri tra romanzi, diari di viaggio, biografie e saggi, Mannin ha saputo offrire uno sguardo profondo sull’umanità, le relazioni e i sentimenti.
Per il suo attivismo, le sue capacità comunicative e il suo spirito indomabile, Mannin è stata progressivamente silenziata e dimenticata, quasi scomparendo dagli scaffali delle librerie.

La strada per Be’er Sheva

Il 15 luglio 1948, in Medio Oriente, infuria il conflitto arabo-israeliano. Le truppe delle Forze di Difesa Israeliane occupano la città palestinese di Lidda, iniziando a uccidere o espellere la popolazione araba. Questo porta a un esodo di massa: donne, anziani e bambini sono costretti a camminare sotto il sole cocente fino a Ramallah, in Cisgiordania. Molti muoiono di insolazione, stanchezza e sete lungo il tragitto.

Tra coloro che fuggono da Lidda c’è la famiglia di Butros Mansour, un proprietario terriero palestinese di fede cristiana. Costretto a scappare con sua moglie, di origini inglesi, e il loro figlio di dodici anni, Anton, questa terribile esperienza lascia un segno profondo nel ragazzo. Solo un anno più tardi, alla morte del padre, Anton si trasferisce in Inghilterra.

Per lui, vivere in Inghilterra è come un vero e proprio esilio. Tuttavia, mantiene un forte legame con un’altra vittima della diaspora palestinese: un profugo musulmano a cui è molto legato. Nella sua mente nasce un’ossessione: desidera tornare nella propria terra, infiltrarsi lungo la strada verso Be’er Sheva – anch’essa caduta in mano israeliana nel 1948 – e unirsi alla resistenza. Per Anton, quella strada, che ora si trova nella Terra di Nessuno, rappresenta il sogno di ogni palestinese: tornare a casa.

Il romanzo è stato scritto come reazione al famoso “Exodus” di Leon Uris, che racconta in modo epico la nascita dello Stato di Israele. Pubblicato nel 1963, è stato il primo romanzo occidentale a narrare dal punto di vista palestinese la Nakba, ovvero la pulizia etnica operata dalle milizie sioniste nel 1948 e l’esodo di tanti palestinesi. Il libro è stato anche tradotto in arabo con grande successo e, al momento della sua uscita, ha suscitato molto scalpore, sia dal punto di vista letterario che politico.

Ma, prima di tutto, “La strada per Be’er Sheva” è un racconto molto emozionante scritto da una voce consapevole. Grazie alla passione umanitaria e al desiderio di giustizia che traspare tra le pagine di Mannin, il libro resta attuale ancora oggi, più di sessant’anni dopo, in uno dei momenti più difficili per il popolo palestinese.

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Informazioni su Samuele "SamWolf" Zaboi 6542 Articoli

Videogiocatore da sempre, amante di boardgame, fumetti, cinema e Serie TV. Affascinato da ciò che è insolito e inusuale. Vita da nerd.
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Fondatore e ideatore di NerdGames.it
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