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La Locanda dei Misteri – Recensione

Sergio Tisselli è stato un artista unico nel panorama italiano; il suo stile è incredibile ed inconfondibile. Questa nuova versione de “La locanda dei misteri” prosegue il lavoro di ristampa  del suo catalogo da parte di NPE.

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La Locanda dei Misteri – La nostra recensione

Le classifiche sono nemiche dell’arte. Non i premi, le classifiche. Domande come “Chi sono i tuoi cinque preferiti (scegliete voi l’ambito)?”, articoli intitolati “I cento artisti fondamentali del (a voi sempre la scelta)” sono veramente dannosi.
Anche il fumetto cade spesso in questa trappola. La memoria è nemica della documentazione e spesso ci conduce a nominare “i soliti nomi”, lasciando in disparte artisti meritevoli.

La mia impressione è che Sergio Tisselli, grandissimo illustratore, venga poco contemplato nelle classifiche, in mezzo aii soliti noti. Eppure, oltre ad essere ricordato come uno dei principali allievi di Magnus, è riuscito a farsi spazio e creare un suo stile molto personale. Il tratto e la colorazione delle sue tavole sono assolutamente personali.

Il grande pubblico lo ha probabilmente conosciuto su Color Tex (numero 8 del 2015, storia comunque già ristampata da NPE) con Sfida alla vecchia missione ma la sua produzione è molto più ampia e sfaccettata.
Oggi siamo qui a presentare un’oscura storia – sceneggiata da Maurizio Ascari – ambientata nel Settecento, nella strada tra Bologna e Firenze, utilizza da tutti: nobili, commercianti e briganti. Ma strani episodi avvengono lungo il cammino, per chi va e per chi sosta lungo il percorso, a causa dei fuochi dell’inferno.
La sceneggiatura è abbastanza classica, come la caratterizzazione dei personaggi. In questa particolare occasione, forma e contenuto non vanno di pari passo, ma come potete vedere dalle valutazioni, stiamo parlando di un volume che rende grande merito al percorso artistico di Sergio Tisselli.

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