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R.U.R. – Recensione

R.U.R. - Recensione

Miraggi presenta la trasposizione a fumetti dell’opera teatrale di Karel Capek, arricchita di approfondimenti e materiale extra. Un capolavoro.

R.U.R. – La nostra recensione

R.U.R è un’opera teatrale da Karel Capek, un dramma collettivo in un prologo e tre atti. La sigla R.U.R indica Rossum’s Universal Robots, ossia i robot universali creati dal Professor Rossum (traducibile in italiano con intelletto). 

Il progetto di Rossum mira a costruire dei robot perfettamente somiglianti al genere umano – li chiameremmo androidi ora – con lo scopo di rendere meno pesante l’esistenza degli uomini, ingabbiati in una vita nella quale il lavoro sta prendendo il sopravvento sul resto della sua esistenza.  Prendendo (anche) spunto dalla dottrina marxista, l’automazione del lavoro avrebbe così portato l’uomo a riscoprire la sua essenza. Questa è almeno l’aspettativa di Harry e degli altri azionisti dell’impresa costruttrice di robot. 

Un giorno sull’isola  dove è ambientata l’intera vicenda, arriva Helena, membro attivo della Lega Umana, interessata ai diritti dei robot; Harry e tutto il suo staff sorridono di fronte a questa richiesta: le macchine non hanno sentimenti, emozioni, appetito, sonno e non richiedono neanche una retribuzione. 

Tuttavia Helena si dimostrerà suo malgrado una profetessa: gli uomini, non più impegnati nel lavoro, si impigriscono e la natalità addirittura arriva a zero. La produzione di robot prosegue, così come la loro capacità di adattamento e consapevolezza. Ciò che colpisce durante la lettura è come le intenzioni di ciascun personaggio siano sincere e realmente interessate al miglioramento del benessere dell’uomo. Spesso, gli ideali, nella fiction come nella vita vera, si scontrano con la realtà.

Che succederà, dunque? Ve lo posso anticipare parafrasando un concetto che emerge dall’opera stessa: nulla è più estraneo all’uomo della sua stessa immagine.
Prima di Isaac Asimov, prima di Metropolis, prima che la fantascienza diventasse un genere letterario e cinematografico apprezzato da una fetta numerosa di pubblico, ci fu la brillante opera di Capek.

Colpiscono, in questa edizione, le magnifiche illustrazioni di Katerina Cupova. Lo stile di Cupova, cartoonesco e dal taglio indie, provoca un forte impatto tra l’effetto visivo e la drammatica potenza del messaggio di Capek.

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