Together – Recensione

Together - Recensione

Dopo il successo di The substance, finalmente possiamo vedere un altro body horror che merita: Together. Millie e Tim sono una coppia di vecchia data che, per seguire il trasferimento lavorativo di lei, si ritrovano in una casa isolata nella natura. Qui, durante un’escursione, i due cadono in una vecchia cava, in cui bevono dell’acqua “maledetta” che cambierà il loro modo di stare insieme.

Together – La nostra recensione

Come si intuisce dal trailer, l’elemento body horror riguarda la fusione dei loro corpi. Ad un certo punto Millie e Tim si trovano attratti magneticamente tra loro. I corpi non ascoltano più il cervello, sanno una sola cosa: devono diventare uno, per stare insieme in modo “profondo”.

Vediamo lingue che si attaccano, braccia che si intrecciano fino a fonderne la pelle. Quindi, l’elemento horror c’è, ma, a mio parere, non è così tanto disgustoso. O meglio, non lo è mai gratuitamente. Non ci sono scene messe giusto per far inorridire gli spettatori. Ogni scena e ogni modificazione del corpo ha un senso nella storia.

E questi cambiamenti sono ancor più interessanti perché avvengono in parallelo ad un lento ed inesorabile disgregarsi della relazione tra i due.

Se fin dalle prime scene capiamo che la coppia è in crisi, durante il film vediamo un allontanamento che sembra definitivo. Tim non è più capace di stare con Millie, forse non ne è più nemmeno interessato. E tutti gli sforzi di lei, di conseguenza, ci appaiono come una patetica forzatura. 

Durante una discussione, sarà proprio Millie a dire che non ricorda la vita prima Tim, come se, ormai, lui fosse abitudine. La loro storia non è più una storia d’amore, è una storia morbosa di co-dipendenza, di annientamento di sé.

Lui è costretto a stare lontano da una possibilità lavorativa, tanto agognata, per seguire lei. E lei esprime una solitudine quasi dolorosa, nonostante vivano assieme.

Ma qualcosa di misterioso si intromette tra loro, avvicinandoli forzatamente. Più crescono le loro tensioni, più i corpi premono per fondersi in un solo essere. Millie stessa ripete più volte una frase che, a mio parere, è un’ottima chiave di lettura del film: “se non lo facciamo ora, dopo sarà più difficile”.

Diverse occasioni si presentano affinché i due accettino la fine del loro rapporto, ma resistono. Per noia, per abitudine, per paura: si sono ormai appiattiti in un rapporto di comfort e temono cosa potrebbe essere la vita da soli, non riescono nemmeno a immaginarla. Ed ecco che l’elemento di orrore diventa questo. L’incapacità di stare assieme e di guardare in faccia la realtà. La decisione di rimanere uniti a qualunque costo, pur perdendo del tutto la propria individualità. Millie sembra resistere, ma non ci riesce: il momento giusto è ormai stato perso.

Together è pazzesco, per me. Vediamo due strade parallele dispiegarsi: un rapporto che si disgrega e due corpi che si fondono, per rappresentare il pericolo che corriamo quando smettiamo di saper stare assieme. Perché arrendersi all’altro non significa stargli vicino, ma diventare lui/lei. È la storia di due persone che smettono di provarci, fino a che non è più possibile stare insieme, se non in modo malato. Ed è proprio l’incapacità di accettarlo che li fa perdere.

La regia e la fotografia sfruttano bene alcune frasi e inquadrature ripetute per sottolineare il messaggio del film. Alla fine, lo spettatore capisce di aver ricevuto tanti piccoli indizi che lo avevano guidato verso la verità. Il ritmo è incalzante, in quanto i due sono costretti ad affrontare la maledizione e capire da cosa sia provocata, in un crescendo di tensione e mistero. La recitazione poi, elemento assolutamente non secondario, è davvero di alto livello. Dave Franco e Alison Brie riescono a trasmettere tutto il dolore, lo sconforto e la stanchezza che una relazione così comporta.

Insomma, per concludere, Together merita. Non solo come body horror, ma come film che riflette sui rapporti e sull’incapacità di stare assieme senza perdersi.

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