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Spiderman: No Way Home – Recensione

Spiderman: No Way Home - recensione

Ci voleva  Spiderman per ridare lustro al Marvel Cinematic Universe con un ottimo film che riporta al centro delle vicende del personaggio la complessità di essere un supereroe e un normale adolescente, perché si sa che da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

Spiderman: No Way Home – La nostra recensione

Il secondo capitolo solista si conclude in maniera abbastanza traumatica: il mondo intero ora sa che Peter Parker è Spiderman. “No Way Home” riprende esattamente da questo punto, con Peter e le persone a lui più care – Zia May, MJ e Ned – travolti dalle conseguenze della rivelazione del defunto Mysterio.

Peter dovrà affrontare due tribunali: il più feroce, quello dell’opinione pubblica, è diviso tra chi lo considera un eroe e chi un assassino. John Jonah Jameson, direttore del Daily Bugle, è il primo detrattore di Spiderman, non si pone limiti per denigrarlo, arrivando persino a diffondere vere e proprie fake news. Peter ha anche diversi capi d’accusa e sicuramente necessita di un buon avvocato ma non vi dico altro, lascio spazio alla vostra immaginazione e conoscenza dell’Universo Marvel.
Peter Parker vorrebbe che i suoi affetti non soffrissero e soprattutto non subiscano torti solo per il fatto di avere legami con il “famigerato” Spiderman. Si rivolge dunque al Doctor Strange, chiedendo all’ex Stregone Supremo di far dimenticare a tutto il mondo la sua identità. Durante lo svolgimento dell’incantesimo, Peter ha dei ripensamenti forti: non vuole che MJ e Ned perdano la memoria, ma questo provoca uno sfaldamento del Multiverso, portando a New York tutti coloro che sanno che Peter Parker é Spiderman. 

Doctor Octopus, Green Goblin (Willem Dafoe è ancora in gran forma, non c’è che dire), Sandman, Lizard ed Electro, cinque villains importanti della storia di Spiderman a fumetti e al cinema, si ritrovano in una New York molto simile a quella che conoscono, ma che si differenzia per un elemento fondamentale: quello che combattono non è il loro Spiderman. O almeno fisicamente non è lui. Inoltre, pur scontrandosi con il Doctor Strange, Spidey non vuole solo rimandarli nel loro universo, ma anche aiutarli ad avere una seconda chance, ossia tornare nel loro mondo, abbandonando però la vita da criminali, che li porterebbe – come sappiamo noi spettatori che abbiamo visto tutti i film precedenti di Spiderman con Tobey Maguire e Andrew Garfield – alla morte. 

Peter, però, scoprirà che non sempre la nostra fiducia è ben riposta e voler fare del bene richiede molto coraggio e tanti sacrifici, come nella migliore tradizione dell’epica Marvel, incentrata sui supereroi con superproblemi, per citare l’immenso Stan Lee.

Non mi dilungherò oltre sulla trama e non voglio essere io a dirvi se dal Multiverso arrivano i due Spiderman sopracitati: internet è pieno di spoiler, ma non li troverete qui. Preferisco concentrarmi e argomentare su perché dovete correre al cinema a vedere questo film. Inutile negarlo: siamo costantemente circondati da film e serie tv dell’MCU ma personalmente dopo Endgame è stato davvero difficile trovare un progetto cinematografico convincente o che ci abbia fatto sobbalzare sulla poltrona.
Con questo film, l’appassionato Marvel (di comics e/o di film) ritrova un personaggio sicuramente più mainstream e un cospicuo numero di film alle spalle, ma ci era stato ancora permesso di approfondire gli aspetti più drammatici nei film con protagonista Holland. La morte di Tony Stark é stato un duro colpo per Peter (e i fan), ma tutto sommato le sue vicende amorose e familiari hanno sempre avuto caratteristiche da teen drama e comedy, ma in questa ultima fatica ritroviamo quel drammatico dualismo dell’essere un adolescente senza genitori e un supereroe dai grandi poteri e dalle grande responsabilità, che per senso del dovere e un’etica molto forte é costretto a rinunce molto dolorosi.
Per i fans più hardcore, è quasi impossibile non cogliere alcuni legami del film con la saga fumettistica Soltanto un altro giorno di Michael Straczynski e Joe Quesada, che aveva diviso i fan e creato molto dibattito. 

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