Il Trono di Spade – Recensione Stagione 8 Episodio 4

Il Trono di Spade – Recensione Stagione 8 Episodio 4

Il Trono di Spade – Recensione Stagione 8 Episodio 4
Disclaimer: se non hai ancora visto la puntata ti conviene rimandare la lettura, questo ormai dovresti saperlo: ci sono SPOILER. Oltre a quello ci sono opinioni e speculazioni che possono alterare la percezione che avrai dei prossimi due episodi. Forse, o forse no. Non credo di avere tutto questo ascendente su di te, ma non ti conosco e non si sa mai.

Non vi sentite un po’ svuotati? Io sì.
Proprio come alcuni dei protagonisti della lunga notte di Grande Inverno, anche io il giorno dopo la battaglia tra vivi e morti ho addosso questa sensazione di “peggio ormai passato” che mi forza a mettere tutto in prospettiva. Siamo appena sopravvissuti al più grande pericolo di sempre, l’annientamento della specie umana ad opera di un esercito di zombi, è poi così importante capire chi dovrà prendersi uno scomodo, orribile scranno di metallo? Sí, direte voi. La serie si chiama “Game of Thrones”, sapere chi vince il trono è fondamentale.
Eppure il percorso narrativo di Jon sembrava costruito proprio per il più grande plot twist possibile, la contraddizione del titolo stesso dell’opera. L’unico legittimo re che non ha interesse nel rivendicare il regno che tutti gli altri bramano perché per la prima volta capisce che c’è qualcosa di più per cui combattere, qualcosa che rende tutti gli uomini uguali e che non fa distinzione di rango o titolo: la vita. E vince, sulla morte e sulla pochezza di tutte le lotte di potere temporale che, per quanto cruente, in quest’ottica appaiono poco più che scaramucce per bambini viziati. Cosa c’è di più epico?
Per gli sceneggiatori HBO, evidentemente, la sconfitta di Cersei.
Può non essere la nostra stessa idea, ma tocca prenderne atto ed andare avanti in quest’ottica se vogliamo goderci questo finale fino in fondo.

Avevamo lasciato la nostra miglior nemica al sicuro nel tepore di Approdo del Re ed è lì che la ritroviamo, sorniona. Il suo piano era semplice: lasciare al suo nemico la battaglia con i non morti, sperare vincesse subendo moltissime perdite e ritrovarsi in un colpo solo nuovamente competitiva sul piano militare e senza più pericoli ultraterreni a cui pensare. Scommessa vinta su tutti i fronti. Certo, se a Grande Inverno avesse avuto la meglio il Night King ora sarebbe spacciata, ma credo che ormai sia ovvio a tutti che per Cersei regnare è l’unica cosa che conta e se non può regnare lei, allora tanto meglio non resti nessuno vivo per farlo al suo posto.
Non immagino nemmeno la risata che possa essersi fatta quando le hanno comunicato che marciare per andare a colpire l’esercito martoriato del Nord non fosse necessario, che sarebbero venuti loro a combattere un assedio senza senso e per di più muovendo metà esercito via mare, dove i pirati di Euron avevano già dimostrato di dettare dura legge. E’ pura fiction, le chiacchiere di tattica militare stanno ovviamente a zero, ma è impossibile non far caso alla situazione se anche Sansa sottolinea l’insensatezza di questa idea.
Che volete farci, a Daenerys ormai è andato il sangue alla testa.

Ehm.

Parliamo della Regina dei Draghi.
Dal primo episodio era evidente che gli sceneggiatori avessero per lei in mente un percorso se vogliamo inaspettato, fatto di contraddizioni, scelte discutibili e tanti piccoli passi verso un baratro in fondo al quale il gradimento del pubblico si trasforma in odio (per molti eh, non dico per tutti. Io per esempio la detesto da sempre.).
L’atmosfera di isolamento e solitudine che abbiamo cominciato a percepire ad inizio stagione, dopo la battaglia è diventata un gigantesco elefante nella stanza. In una terra che non è la sua, circondata ormai da uomini che non sono suoi a combattere per un trono che, sorpresa, non le spetta nemmeno. Forse una persona razionale e sinceramente spinta da motivazioni alte avrebbe imparato molto da quanto successo e, tornando al discorso iniziale, avrebbe capito che se davvero la lotta è per liberare il popolo dalla tirannia, per “rompere la ruota”, non sarebbe poi male combatterla per Jon piuttosto che per se stessa. Invece, incredibile a dirsi, pare che la sua voglia di esportare la democrazia fosse in realtà una maschera per interessi personali e sete di potere. Vederseli scivolare tra le dita come sabbia l’ha privata di ogni residuo briciolo di lucidità e in un solo episodio la vediamo:
1) Cercare di intortare Jon con una spataffiata sull’amore di una bassezza epica.
2) Ammettere candidamente che sterminare il popolo non sia un grosso problema nella sua lotta per liberare il popolo.
3) Dire “hanno ucciso mio figlio” riferendosi a un drago come una svitata qualsiasi che posta le foto del cane su instagram con la quote “il mio bambino <3”. Lo so che è la madre dei draghi e li ha sempre ritenuti figli suoi, ma quella frase in quel contesto e con quel tono è da matta furiosa.
My two cents: Dany non vedrà i titoli di coda. Ne sono talmente convinto che ho passato metà episodio a cercare di capire se avesse gli occhi verdi per dare un senso nuovo alla profezia di Arya. Purtroppo credo siano scuri, ma magari anche questa volta è colpa del mio device (SARCASMO).

Mi sto dilungando e ancora non ho detto molto di quel che effettivamente accade in questo episodio. Da qui procedo quindi per punti, in modo più schematico e spero proficuo.

  • Finalmente gli autori hanno deciso di porre fine allo strazio cui hanno sottoposto Spettro per tutte le ultime stagioni. Trattato alla stregua di una comparsa a cui non sapevano letteralmente cosa far fare, ma gravato da un costo spropositato ogni volta che doveva fare il suo ingresso in scena, si è pensato di eliminare il problema facendo sì che Jon lo lasciasse libero al nord, insieme ai bruti sopravvissuti. Domani non si conteranno i MEME del metalupo abbandonato in autostrada, temo, e non avrei potuto pensare ad epilogo più triste per quello che doveva essere uno dei simboli di questa saga.
Scusate, ma che cosa dovrei farci con questo?
  • Gendry viene nominato Lord di Capo Tempesta e riconosciuto come erede di diritto della casata Baratheon. Molto felice di questa cosa, onestamente, è sempre stato un personaggio a cui voler bene, anche se forse più per il mio passato di lettore che per quanto visto nella serie. Ulteriormente galvanizzato da questa sua conquista si precipita a chiedere la mano di Arya per farne la sua lady, ma ormai anche i muri sanno che “I am no lady”, quindi nulla di fatto.
  • Sansa dimostra ancora una volta il suo essere ormai esperta giocatrice nelle dinamiche politiche di Westeros e, una volta saputo delle origini di Jon, informa Tyrion ben sapendo che questa cosa avrà delle conseguenze. Al momento Sansa è a mani bassissime il miglior personaggio della serie e non ci avrei scommesso un soldo bucato. Piccola nota: non sono tipo da voler discutere della figura della donna in GoT, ma il concetto: “grazie allo stupro ora sono una donna forte” non si può sentire in nessun contesto e con nessuna giustificazione. Brutta, bruttissima scelta.
  • Tyrion e Varys stanno vedendo dare di matto la loro regina e ognuno dei due ha un’idea chiara su come superare questa fase. Varys, altro personaggio davvero incredibile, è forse l’unico che abbia a cuore il reame inteso come persone che lo compongono, a prescindere da chi le governi. Per le persone, in questo momento, Dany è una minaccia tanto quanto Cersei e le minacce vanno eliminate. “Un segreto conosciuto da 8 persone è un’informazione”: datemi altri 100 episodi di loro due che confabulano in una sala del trono deserta e tenetevi pure tutti i vostri spin-off. Grazie.
  • Jaime, Brienne e Tormund alla fine risolvono lo spinoso triangolo amoroso in cui si erano infilati e che per qualche ragione inspiegabile appassionava larga parte del pubblico. L’amore tra lo sterminatore di re e la guerriera di Tarth scoppia fragoroso, con buona pace del capo dei bruti. Non c’è tempo per coltivare questa nuova e bellissima storia, però, perchè Jeime nel post sbronza evidentemente realizza che tutti quei soldati in marcia verso sud non vogliano il bene della sorella e quindi non può esimersi dall’andare da lei, anche se dubito sia per aiutarla. Vedremo, al momento mi sembra una storyline completamente senza senso.
  • Bron arriva da Tyrion e Jeime e non li uccide. Che sorpr… no.
  • La flotta di Dany naviga verso Roccia del Drago, ma come detto viene attaccata dai pirati di Euron. E’ un massacro, perchè grazie alle balestre i Greyjoy ribelli abbattono un drago e affondano le navi. Il drago non è quello cavalcato dalla regina, ovviamente, e tra tutti i possibili prigionieri che l’esercito Lannster avrebbe potuto fare, tra Tyrion, Varys o Verme Grigio, viene presa Missandei, poi giustiziata sulle mura di Approdo del Re come somma dichiarazione di guerra. Poteva andare peggio (si beh, non a Missandei credo).
  • Cersei è incinta di Jaime? Di Euron? Di nessuno dei due, ma continua a fare finta per tenerseli vicini? Come la penso l’ho già detto, ma dubito interessi a più di 10 persone includendo Euron e Jeime.
  • Arya e il Mastino marciano da soli verso sud, di nuovo fianco a fianco.
  • Jon? Ecco, me lo chiedo anche io.

Insomma, spero si noti quanto questo episodio mi sia davvero risultato indigesto. Se lo scopo era costruire tensione per il prossimo scontro tra i due eserciti, a mio avviso l’obbiettivo è mancato clamorosamente.
A mio personale avviso, è la dimostrazione (ennesima) che Game of Thrones non è bello quando succede qualcosa (battaglia in mare) o muore qualcuno (Missandei o anche il drago), ma quando trasmette qualcosa. Scelgo tutta la vita un episodio come il primo o il secondo di questa ottava stagione piuttosto che l’ora e venti che mi sono appena dovuto sciroppare.


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"Nerd before it was cool": consumatore compulsivo di film e serie TV, videogiocatore ormai saltuario ed intramontabile aficionado di D&D. Ascolto anche un sacco di musica brutta.

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