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Sword Art Online: Fatal Bullet – Recensione

Sword Art Online è un prodotto che dalla terra del Sol Levante ha saputo conquistare una vasta moltitudine di fan anche in occidente. Questo ha portato Bandai Namco ha realizzare, grazie anche al successo dell’anime, quella che può essere considerata una vera e propria serie videoludica, con episodi che accompagnano gli utenti dal 2011, quando uscì Sword Art Online: Infinity Moment per PlayStation Portable.
Sette anni più tardi, Kirito&Co. tornano con un nuovo titolo, Sword Art Online: Fatal Bullet, che porta i videogiochi di SAO in un mondo nuovo e diverso dal passato.

Il vuoto mondo virtuale
Sviluppato da Dimps Corporation, (sì, proprio loro, gli stessi autori di Dragon Ball Xenoverse o Saint Seiya: Soldiers’ Soul solo per citarne alcuni), SAO: Fatal Bullet rappesenta una svolta totale: dite addio alle armi bianche e a quel mondo fantasy tanto amato, per lo meno dal sottoscritto, e abbracciate Gun Gale Online. Questo è il nuovo VRMMORPG che fa da sfondo alla seconda stagione della serie animata dove le armi da fuoco fanno il loro debutto e diventano le protagoniste di questo nuovo capitolo videoludico.
Per chi non conoscesse il mondo di Sword Art Online (cosa che reputo difficile se siete capitati in questa pagina), si può riassumere a grandi capi in un mondo dove la realtà virtuale ha raggiunto un nuovo livello, in grado di catapultare, letteralmente, gli utenti all’interno di un gioco, unendo la vita reale con la controparte videoludica, con tutte le conseguenze del caso, piacevoli e non.
Tornando a Fatal Bullet, il primo passo sarà creare il nostro alter ego, scegliendone il nome e il sesso, fattore che andrà a determinare parzialmente lo svolgimento della trama. A livello di contenuti, non lo nego, il titolo sviluppato da Dimps Corporation lascia un po’ di amaro in bocca per l’incapacità di sapere scavare a fondo e cogliere aspetti in grado di andare al di là del mero svolgimento delle vicende. Il finale riesce parzialmente a risollevare questo aspetto che però fatica a spiccare e a lasciare qualcosa nel giocatore una volta conclusa la campagna.

Spara che ti passa, forse
Come già menzionato in sede di presentazione, Sword Art Online: Fatal Bullet segna un taglio netto rispetto al passato diventando per certi aspetti un vero e proprio sparatutto, un’assoluta novità per il mondo di SAO. Nonostante il tentativo encomiabile, il prodotto non manca di pecche che inficiano il risultato finale. Qualche esempio.
Il sistema di mira automatico può causare qualche problema a livello di precisione (non temete, potete disattivare questa opzione) e l’assenza pressoché totale di un sistema di copertura va a complicare un poco le battaglie che spesso rasentano la confusione, specialmente quando di fronte a noi si paleserà un discreto numero di nemici. Detto questo, non è tutto da buttare, anzi. Questo nuovo gameplay riesce a offrire qualcosa di fresco e di innovativo per la serie e il potenziamento delle armi risulta ottimamente gestito (chiedete a Lisbeth, ndr).
Ma il mondo di Sword Art Online: Fatal Bullet com’è? Analizzato gameplay e contenuti, con relativi alti e bassi, è giunto il mondo di dare uno sguardo (è proprio il caso di dirlo) all’aspetto grafico del gioco. Unreal Engine 4, il motore utilizzato, riesce nel suo obiettivo dando una miglior fattura rispetto ai titoli del passato, segnando forse un nuovo inizio da cui ripartire. Il problema è riscontrabile invece negli elementi di “contorno” e non nei personaggi. Ambientazioni fin troppo spoglie e desertiche sembrano susseguirsi in loop con una varietà troppo esigua e al di sotto delle aspettative.
Da segnalare infine l’ottimo doppiaggio in lingua originale (non mancano i sottotitoli in italiano), una chicca che i fan più hardcore della serie sapranno sicuramente apprezzare in un titolo che nel complesso, osservando in generale la serie, riesce a fare un passo in avanti arretrando però di qualche centimetro.



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