Freaks – Recensione

un noir tra passione e vendetta

Freaks - Recensione

Una donna bellissima, Cleopatra, complotta con il forzuto Hercules, suo amante, per rubare l’eredità all’ingenuo Hans, sullo sfondo di un circo itinerante.  Una storia noir che vi catapulterà negli anni trenta degli Stani Uniti tra passioni e orrori.

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Freaks – La nostra recensione

Freaks adatta una pellicola che creò scalpore alla sua uscita e consacrò il regista Tod Browing come maledetto. 

Il volume si presenta suddiviso in due parti. In una prima parte troviamo un’introduzione dedicata al mondo dei freaks ed all’opera originale. Scopriamo la storia e il ruolo sociale, negli Stati Uniti post depressione, degli spettacoli circensi dei freaks, ovvero persone con una fisicità diversa dalla norma. 

Con immagini delle locandine originali e foto degli attori, approfondiamo anche la storia di Browing, così da apprezzare il percorso che lo portò alla produzione del film.
Questa prima parte di analisi ci prepara alla seconda, adattamento della storia originale che recupera scene censurate. Si, perché Freaks fece così scalpore, alla sua uscita, che alcune scene furono censurate e sostituite da un finale alternativo, più edulcorato. 

La storia non manca di elementi macabri e particolarmente violenti, ma d’altronde Browing era noto proprio per opere dark (tra le quali, per esempio, Dracula con Bela Lugosi). Ciò che fece più scalpore però fu la scelta di assumere dei veri freaks per le riprese. 

Browing scandalizzò sì per la violenza, ma ancor più per la sua volontà di dipingere i freaks in una cornice di normalità.  Come in ogni buon noir, non mancano tuttavia inganni, mistero, passione e vendetta. 

Cleopatra vuole prendersi gioco di Hans, affetto da nanismo, per poterlo derubare di tutti i suoi averi. Nel farlo non nasconde il disprezzo che prova per lui e gli altri circensi che, a differenza di lei, sono appunto dei freaks. Non ha considerato, tuttavia, che i freaks sono una famiglia, pronti a difendersi gli uni con gli altri e lottare per chi si trova in difficoltà. Sarà così che la donna, assieme al suo amante, si scontrerà con una vendetta incredibilmente macabra. 

Le tavole non risparmiano infatti la fine atroce a cui vanno incontro i due amanti, riproponendo senza filtri quelle scene censurate da Hollywood. Ma l’aspetto più bello di Freaks è la capacità di dipingere la normalità che sta dietro i tendoni del circo. I freaks sono davvero mostri come potrebbero apparire? O forse mostri sono gli altri? I normali che, in virtù di un aspetto più comune, si ergono a giudici superiori?

L’opera non è mai pedante o didascalica e la riflessione emerge naturalmente, intrecciandosi con la storia di Cleopatra, Hercules e Hans. 
Troviamo infatti vignette che ci fanno capire con quanta superficialità vengano giudicate le persone “diverse”. Contrapposte a scene di quotidianità, in cui vediamo i freaks che si confidano, che fanno il bucato, che amano e festeggiano, freaks ci mostra quanto assurde siano le idee che portano a emarginare e rinnegare come sub-umani coloro che non si conformano. Il triangolo amoroso che guida la storia permette poi di introdurre un intreccio di passioni e vendetta. Sarà questo il pretesto per mostrare che gli “strani” amano, vivono, si emozionano, ma sono anche feriti, irosi e vendicativi. Come tutti gli altri. 

Freaks ci porta dunque a interrogarci su che cosa sia davvero la mostruosità. Per questo, sebbene possa apparire come un’opera macabra, è un coraggioso manifesto all’umanità. Offrendoci uno sguardo normalizzante sui “diversi”, ci ricorda che, al di là dell’aspetto, siamo tutti uguali, mossi dalle stesse pulsioni. Vedere la normalità, quasi la banalità, della vita dietro il tendone del circo, scardina l’immagine del freak come anomalia, come essere di cui aver pena. Così come i freakshow potevano rivelarsi un luogo di emancipazione nell’America del primo novecento, così freaks ci offre uno sguardo liberatorio per chi è schiacciato dalle catene della presunta normalità.

L’uso del carboncino e la scelta di usare colori tetri e saturi generano una sensazione un po’ cupa e ovattata, perfetta per creare un’atmosfera noir. Spostarsi tra le tavole è come fare un salto tra le attrazioni di una fiera circense, con la paura che qualcosa di spaventoso possa annidarsi dietro l’angolo.

Freaks è sicuramente consigliato agli appassionati del genere thriller/noir, e a chi ha apprezzato l’opera originale, di cui ritroverà tutte le sequenze. L’introduzione, ricca di fonti e approfondimenti, permette però anche far avvicinare un pubblico meno di nicchia, contestualizzando i freaks e la loro storia. Le immagini sono forti, questo va riconosciuto, ma il messaggio che porta lo è ancora di più. Proprio perché ci fa riflettere sulla normalità e su quanto dolorosi possano essere i meccanismi di discriminazione che innesca, non posso che consigliarvi di leggerlo e lasciarvi travolgere da questa storia di passione e vendetta.

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