The Djinn – Recensione

The Djinn - Recensione

Dimenticatevi subito il Genio della Lampada di Aladdin: il Djinn esaudisce i desideri, ma vuole sempre qualcosa in cambio. La sua presenza non è rassicurante e non ha scrupoli, neanche con un bambino.

The Djinn – La nostra recensione

Piccola premessa per i nuovi arrivati: Midnight Factory seleziona attentamente il suo catalogo di film horror, scegliendo tra le migliori pellicole prodotte in tutto il mondo. La maggior parte passa anche in sala, altre arrivano direttamente in home video – formato molto amato dai fan più hardcore del Cinema, non solo di genere. Le versioni home video – che vi presentiamo – sono arricchite da un booklet di approfondimento curato da Manlio Gomarasca e Davide Pulici di Noctuno.

Approcciarsi al film attraverso le dichiarazioni del regista, avere degli elementi che favoriscono l’analisi del film rende senza dubbio l’esperienza più completa e ricca di significato, evitando comuni stereotipi legati al genere. 

Ora parliamo del film.

The Djiin  è un ottimo esempio di horror moderno basato su elementi classici.
Dylan – interpretato da uno strepitoso Ezra Dewey – è un ragazzino muto che vive con il padre, rimasto vedovo. La loro casa, piccola e accogliente, è il setting del film. Un giorno, il ragazzino trova il Libro delle Onde, attraverso il quale può esaudire dei desideri. Ma si sa, nulla è gratis: ogni scelta di Dylan può costargli la vita. 

La premessa è abbastanza classica, ma la sceneggiatura e la regia di David Charbonier e Justin Powell fanno la differenza. Il fatto che Dylan non possa parlare, lascia le sue urla soffocate. Gli inseguimenti per sfuggire alla creatura diabolica in una casa piccola amplifica il senso di claustrofobia. Il dinamismo della regia aumenta il ritmo della narrazione, lasciando gli spettatori incollati al divano per tutto il film (circa 80 minuti).

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Informazioni su Mauro Orsi 136 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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