Goodbye, DonGlees! – Recensione

uno slice of life che scalda il cuore

Goodbye, DonGlees! - Recensione

In Goodbye, DonGlees! incontriamo un gruppo di ragazzi disadattati, Roma, Toto e Drop, durante le vacanze estive. Roma e Toto, esclusi dai coetanei, hanno fatto gruppo tra loro e fondato i “DonGlees”, creando un loro club di avventura. Quest’anno, di ritorno da Tokyo, Toto trova un nuovo elemento nei DonGlees, Drop. Nonostante ci sia tra i due qualche attrito iniziale, si dedicano alle avventure estive. Qualcosa va però storto una sera e i ragazzi sono incolpati ingiustamente di aver causato un incendio. Così i tre decidono di recuperare il drone, andato perso, come prova della loro innocenza.

Goodbye, DonGlees! – La nostra recensione

L’operazione “recupero drone” diventerà presto una piccola avventura tra i boschi. Durante questo viaggio i ragazzi finiranno, a volte loro malgrado, per confrontarsi e mettersi a nudo. Sarà un momento di confronto non solo con gli amici, ma anche con se stessi. Con riflessioni che appaiono più che mature rispetto all’età dei protagonisti, Goodbye, DonGlees! fa riflettere su tematiche importanti.

Il gruppo di amici incarna molti dei dubbi che sono centrali all’adolescenza, riuscendo tuttavia a risuonare anche in un pubblico adulto. Tra tensioni e conflitti, troviamo primo tra tutti il tema del cambiamento e dell’allontanamento.

Ora che sono alle soglie dei sedici anni, i DonGlees hanno ancora senso di esistere? Col tempo ci si allontana, prendendo strade diverse: come ne viene alterato il rapporto? Il film affronta bene la questione della crescita e del dolore che può comportare. Ogni ragazzo poi porta a riflettere su un tema particolare.

Toto, per esempio, ci farà riflettere sulle aspettative e le pressioni sociali. Sarà portato a chiedersi, e farà così riflettere anche chi sta al di qua dello schermo, su quanto a volte le nostre scelte siano in realtà il frutto di aspettative di altri e non ci appartengano così tanto. Roma invece dovrà affrontare sé stesso e la sua paura di fallire. Come possiamo non rivederci in un ragazzo che, per paura di rovinare tutto, non ci prova nemmeno? È un messaggio che riesce a colpire tutti, più o meno giovani.
Infine, Drop ci mette davanti alle domande più filosofiche. Spesso incompreso dagli amici, Drop dice più volte che questa avventura sarà “la sua ultima” e insiste sulla ricerca di un tesoro. La descrizione che ne fornisce è alquanto infantile, ad un primo sguardo. Il tesoro dovrebbe trovarsi in Islanda, dove una cascata dorata nasconde una cabina telefonica. Non temete però. Per quanto il tema del tesoro introduca elementi un po’ surreali, la storia non assume toni fantastici, mantenendo una linea verosimile da slice of life.

Il tesoro di Drop, che scopriremo solo alla fine del film, diventa una metafora di ciò che davvero vogliamo dalla vita, lasciando stare imposizioni sociali, paure o ostacoli. È lui dunque che fa da motore per il cambiamento tra i suoi amici. Ed è sempre lui che li spinge a superare gli ostacoli, cogliere il momento e riflettere su cosa sia per loro il “proprio tesoro”. 

Fin dalle prime scene capiamo anche un’altra cosa: per Drop quella sarebbe davvero stata l’ultima estate. L’elemento nuovo del gruppo permette quindi di riflettere sulla malattia, sulla brevità della vita e sulla volontà di cogliere ogni istante. Più volte nel film i ragazzi riflettono sulla morte e su quanto possa essere inaspettata e improvvisa. 

Non è un film che forza il lieto fine nel vero senso del termine. Drop viene a mancare e lo sappiamo fin da subito, così come molte altre cose andranno storte. “Non sempre fila tutto liscio”, è questa una delle considerazioni finali del trio, che risuona molto nella trama. Le cose non vanno bene e alcuni ostacoli, come la malattia, sono insormontabili. Il gruppo cerca comunque di trarre il meglio, sviluppando una riflessione sull’apprezzare il presente. Alcune scene di animazione sono particolarmente belle, per esempio quando vediamo i fuochi di artificio o la notte stellata. La colonna sonora poi si mescola perfettamente ai ragazzi e alle loro avventure.

Inoltre, sebbene i temi trattati siano molto seri, il tono generale è piacevole e il film sembra una vera e propria coccola quando lo si guarda. Questo grazie al fatto che le riflessioni più serie sono spesso accompagnate da momenti di decompressione emotiva e scene comiche che sdrammatizzano l’atmosfera.
Mescolando elementi di avventura e dramma all’accettazione di una situazione che non può essere cambiata, mi ha ricordato Voglio mangiare il tuo pancreas, sebbene il tono sia a mio parere meno drammatico.

Se quello vi è piaciuto, credo che questo sia un must watch. Ma lo consiglio anche a tutti gli appassionati di animazione giapponese e slice of life. Vi strapperà qualche risata e, con il finale inaspettato, anche qualche lacrima. Non temete però, per quanto ci sia un velo di malinconia, è davvero un film che scalda il cuore.

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