Transformers: il risveglio – Recensione

Il ritorno dei robottoni

Transformers: il risveglio - Recensione

Esce oggi nelle sale cinematografiche il nuovo capitolo della saga. Michael Bay produce, Steven Caple Jr. (Creed II) dirige, Anthony Ramos (Hamilton) domina la scena, il design dei robot è stupefacente. Ma le novità dove sono?

Transformers: il risveglio – La nostra recensione

Nel 2018 Bumblebee ha rilanciato un franchise palesemente in difficoltà su vari fronti: i risultati al Box Office erano insoddisfacenti, le trame un po’ troppo deboli e anche la resa scenica dei robottoni scarsa (dov’erano i combattimenti?) e non è bastato il coinvolgimento di diverse star hollywoodiane per rendere tutti e cinque i capitoli della precedente pentalogia digeribili. Va comunque dato il grande merito a Michael Bay di aver trasformato il sogno di noi bambini degli anni ’80 di vedere i Transformers sul grande schermo (Il primo capitolo del 2007 resta un film imperdibile). Inoltre, Bay non abbandona la nave neanche in questa nuova saga reboot, rimanendo produttore esecutivo.

Dicevamo. Con Bumblebee avviene quel risveglio dichiarato nel titolo di questo capitolo: i robot coinvolti hanno un design molto simile alla serie animata, lo spazio sullo schermo tra attori in carne e ossa e in GCI è ben equilibrato, c’è ironia e la giusta dose di azione.

Il film è ambientato nel 1994, a New York. Noah (Ramos) è un ex soldato alla ricerca di un lavoro per aiutare la famiglia ed in particolare per pagare l’assicurazione sanitaria del fratellino, molto malato. Disperato, diventa complice di un furto d’auto, o meglio di un Autobot: Mirage. 

Improvvisamente, il ragazzo si trova coinvolto nella guerra tra Autobot, guidati da Optimus Prime, e Terrorcons, guidati da Scourge ma comandati da Unicron, mangiatori di mondi. La battaglia tra le due fazioni è causata dalla ricerca della chiave transdimensionale che possa riportare gli Autobot sul loro pianeta. Ad aiutare Optimus e la sua crew, ci sono i Primals, nuova tipologia di Transformers dall’aspetto animalesco e Elena, giovane archeologa che trova in mezzo a reperti inca un frammento della chiave.

I presupposti per ripartire ci sono tutti, ma purtroppo il film prosegue con linearità e prevedibilità. Non è un film da buttare: i personaggi umani sono più di semplici comparse, visivamente i Transformers sono più belli e i loro movimenti più fluidi. La forma è nettamente superiore al contenuto: le idee sembrano veramente finite.
Se non fosse per quella scena mid credits…

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*: ricordiamo che da domenica 11 a giovedì 15 giugno andare al cinema costerà 3,50 grazie all’iniziativa Cinema in Festa. Non fatevela scappare!


Informazioni su Mauro Orsi 136 Articoli

Lettore compulsivo, appassionato di cinema e musica. Ama le storie: raccontate, vissute, disegnate, cantate, scritte o sognate. Insomma di tutto, un po'(p).

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