1903. Caccia all’uomo – Recensione

un'avventura in pieno stile di western

1903. Caccia all'uomo - Recensione

1903. Caccia all’uomo (fumetto firmato da Rider Comics, che ringraziamo per la copia review, ndr) ci catapulta nel vecchio West di fronte alla fuga di Gavin Miller, terribile criminale evaso di prigione per vendicarsi dei suoi ex compagni. Spostato in una grande città perché la sorveglianza fosse più rigida, lo sceriffo Pat decide di dargli nuovamente la caccia e riportarlo davanti alla legge. Da questo momento veniamo trasportati in una caccia all’uomo dal ritmo serrato, in cui ritroviamo personaggi e ambientazioni tipiche del west.

1903. Caccia all’uomo – La nostra recensione

Ovviamente abbiamo il temibile cattivo, che ha però un qualcosa in più nelle fattezze, che lo rende originale. Il volto deformato, l’atteggiamento animalesco e l’uso della maschera introducono un velo di mostruosità che fa distaccare Miller dalla rappresentazione tipica del cattivo nei western. Abbiamo poi lo sceriffo, a simboleggiare la legge e il bene in generale. Come da canovaccio, Pat rappresenta il buono e incarna i valori di un’America fondata sul lavoro e l’onore. Non per questo tuttavia è banale, tanto che, conoscendo la sua storia, scopriamo che ha avuto anche contatti con i banditi, seppur mantenendosi sempre dalla parte del giusto. Lo sceriffo deciderà poi di avere come assistente Billy, un giovane volenteroso e molto bravo nella caccia, che risulterà importante nella discussione del tema bene/male. Infine, spostandoci nel territorio alla ricerca di Miller, incontreremo locandieri e personaggi che ricreano il mood tipico del genere.

Il tratto un po’ sporco e la scelta di avere tavole solo in bianco e nero presentano al lettore un’ambientazione che sa di vecchio west e lo fa sentire nell’America selvaggia del primo novecento. L’uso del tratto si adegua bene al ritmo, rendendo la lettura avvincente. Le scene di azione sono infatti ben equilibrate, passando dagli inseguimenti agli scontri senza avere mai né forzature né momenti di stallo.

1903. Caccia all’uomo tratta, come detto, della contrapposizione tra bene e male e lo fa in modo interessante. Se da una parte abbiamo il binomio classico criminale/sceriffo, dall’altra abbiamo Billy, che da spazio ad una visione morale più torbida. Durante la caccia all’uomo scopriamo infatti che il passato del ragazzo e le sue origini lo collegano al mondo criminale. Billy finisce così per incarnare una domanda etica: si può essere buoni anche quando veniamo da una “stirpe cattiva”?

Il giovane diventa uno spunto per discutere del destino e del seguire le orme dei nostri avi, anche quando non vorremmo. Ci pone di fronte alla paura di un futuro segnato nostro malgrado e di non essere abbastanza forti da poter scegliere da soli. Attraverso di lui e altri personaggi minori ci confrontiamo, come lettori, con il tema della redenzione e dell’autodeterminazione. Questi personaggi infatti da una parte portano l’ansia che il male sia qualcosa che possiamo ereditare e, per tanto, ritrovarci cucito addosso. Dall’altra però vivono intensi conflitti morali e non smettono di lottare per redimersi. Hanno paura di non potersi determinare, ma non vogliono rinunciare a un nuovo inizio. Questo conflitto interno li fa confrontare con i propri demoni, chiedendo se sia davvero possibile liberarsi dalle catene del passato.

Grazie allo sceriffo, che gli farà da guida morale, Billy riuscirà a trovare la sua risposta. Dimostrerà così, a sé stesso prima che agli altri, di poter scegliere la sua strada. In questo senso, 1903. Caccia all’uomo è anche una storia di formazione, in cui un ragazzo si trova a dover fare i conti con le ombre del passato. Superato il conflitto con l’eredità paterna, potrà finalmente trovare la sua identità adulta e diventare a tutti gli effetti “grande”.

Questa avventura dai toni epici e western ci ricorderà che stare dalla parte del bene, o del male, è una scelta che dobbiamo compiere ogni giorno.
Preparatevi quindi a essere catapultati in una frenetica caccia all’uomo e rivivere le atmosfere di un’America selvaggia, con un’opera decisamente consigliata agli appassionati del genere western e del fumetto d’azione.

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